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La memoria di Dante

Nel IX canto del Paradiso Dante Alighieri, attraverso la voce di Cunizza da Romano, sorella del tristemente celebre tiranno Ezzelino, lanciava un severo monito ai principali centri della Marca Trevigiana, lacerati da lotte intestine; fra questi Treviso stessa, cui, agli inizi del Trecento, recava danno l'atteggiamento arrogante e dispotico del suo signore, Rizzardo da Camino, destinato però, di lì a poco, a cadere vittima di una congiura: "e dove Sile e Cagnan s'accompagna, / tal signoreggia e va con la testa alta, / che già per lui carpir si fa la ragna". A identificare la città, mediante la figura retorica della metonimia topografica, è qui indicato il punto di confluenza dei due corsi d'acqua che la attraversano, il Sile e il Cagnano.
Ispirandosi al passo della Commedia, nel maggio del 1865, la municipalità di Treviso, città che aveva ospitato Dante, e conservava - nella chiesa di San Francesco - la sepoltura di suo figlio Pietro, volle dedicare un monumento alla memoria del sommo Poeta; il luogo prescelto fu proprio il punto di confluenza tra i due fiumi menzionati nella cantica, attraversato da un piccolo ponte.
L'evento coincideva con il sesto centenario della nascita di Dante, ma l'occasione celebrativa si rivelava particolarmente adatta a esprimere anche contenuti di forte valore ideologico politico, in funzione nazionalistica e libertaria, essendo allora il Veneto ancora soggetto all'Austria, proprio l'anno prima del Plebiscito che decretò l'annessione al Regno d'Italia; ed è noto che l'immagine del grande Toscano assunse una precisa connotazione simbolica nella cultura del Risorgimento, come metafora della tanto agognata unità del Paese.

 

Luigi Borro, Stele per il sesto centenario della nascita di Dante Alighieri. Treviso

Luigi Borro, Stele per il sesto centenario della nascita di Dante Alighieri. Treviso, Ponte Dante
(foto Provincia di Treviso, U.O. Programmazione Turistica)

Il monumento, posizionato su di una piccola terrazza a esedra che interrompe il parapetto del ponte, si presenta nella forma molto semplice di una stele rettangolare cuspidata, decorata alla base da ghirlande di fiori e frutta, motivo di chiara impronta neoclassica; in un medaglione, inscritto entro una stella a sei punte, o esagramma, elemento dalla ricchissima portata semantica, è scolpito il profilo di Dante, rivolto a destra, coronato d'alloro, secondo l'iconografia canonica. Nella specchiatura centrale l'epigrafe riporta il sopra citato verso del Paradiso che allude alla città veneta facendo riferimento proprio all'esatto luogo nel quale si scelse di erigere la stele, insieme all'indicazione della data in cui il monumento venne inaugurato.
Così concepita e realizzata, dopo una gestazione di cui si conserva testimonianza grafica presso la Biblioteca Civica di Treviso, l'opera commemorativa è emblematica di quell'eclettismo formale e stilistico che caratterizzò la produzione dello scultore, accompagnandone l'attività durante tutto il suo percorso evolutivo.


Ponte Dante
31100 Treviso